Risposta pubblica di RyA a Culmine

originale, in spagnolo, su iconoclasta

E’ più che evidente che a molti anarchici, antirazzisti, insorgenti ed altro ancora, abbia colpito in maniera forte il tema del sinistrume. A maggior ragione perché si son resi conto che non si parla più di destra né di sinistra (secondo i vecchi valori), ma di una posizione che vuol esser politicamente corretta e semi-radicale, che aiuta il sistema a renderlo più forte: il sinistrume. Noi, editori di RyA, non abbiamo alcun fastidio in merito al ricorso alla “x” nel “vostro” idioma, semplicemente non lo condividiamo. Se in tanti lo vogliono utilizzare per noi fa lo stesso. E non ne parliamo con un tono arrogante (come dicono in tanti), ma ne parliamo in termini pratici, sinceri e non ipocriti.

Quando noi abbiamo tirato fuori le critiche pubblicate sul nostro ultimo editoriale, sapevamo che avrebbero dato fastidio a tanti e che sarebbero state prese come un attacco personale, non fermandosi a pensare che quel che critichiamo è un’idea e non le persone in quanto tali. Se le persone che hanno letto il nostro ultimo numero hanno avuto tale reazione, personale, a noi non preoccupa perché non stiamo insultando nessuno, né pretendiamo farlo. Si tratta solo di una critica dal nostro punto di vista, già espresso su questi temi. Se fossimo delle persone che criticano tanto per criticare e dicessimo le cose giusto per buttarle lì, la nostra critica cadrebbe da sola; ma non è così, la nostra critica è giustificata, quel che noi diciamo ha le sue ragioni e non si tratta di stupidaggini sparate a caso.

Quel che Culmine dice della nostra critica sulla liberazione animale non lo comprendiamo affatto. Saremmo noi dei pellicciai o dei vivisettori? Ehm, ci siamo guardati in faccia e diciamo NO! Non sono solo i pellicciai ed i vivisettori a dire quelle cose, ma anche noi individualisti anti-tecnologia che ripudiamo il sinistrume ed il riduzionismo nelle lotte. Non troviamo nulla che faccia rabbrividire nella nostra critica, è solo quel che pensiamo ed è basato sulla ragione (sull’adattabilità, ecc.) e non su comportamenti corporei che il nostro organismo rivela quando ci sentiamo a disagio o spaventati per qualcosa. Quando abbiamo affrontato il tema degli animali malati, abbiamo detto che in molte liberazioni non si sia valutato il problema degli animali malati, non si siano valutati i danni all’ambiente che migliaia di animali (o comunque diversi animali) che non appartengono a quell’ambiente possono causare. E’ un qualcosa di totalmente irresponsabile tirar fuori un animale malato da una gabbia, sapendo che non vivrà pienamente nel suo ambiente. Animali che sono stati addomesticati dalla nascita si sentiranno terrorizzati quando vengono liberati in un ambiente completamente estraneo ad essi, peggio ancora se sono malati. Sì, lo sappiamo, c’è il discorso “almeno morirà libero”; ma a cosa serve un animale che muore “libero” se non può godere della sua vita in libertà? Forse i liberatori non pensano a tutto ciò, o forse sì, forse pensano solo: “non so nulla, io libero solo l’animale e basta!”. E’ ora che anche la lotta contro questo sistema la smetta con i sentimentalismi, quel che si deve fare si deve fare e basta. L’esser freddi ci rende forti. Rispetto a quel che dice Culmine: “E se qualche gruppo attacca un laboratorio specializzato in nanotecnologie? Forse che non c’è il pericolo di diffondere nell’ambiente delle sostanze altamente pericolose?” Noi rispondiamo che, sia in Messico che in altre parti del mondo, in cui s’è focalizzato il problema della nanotecnologia da un punto di vista radicale non s’è mai pianificato l’attacco contro un laboratorio dal quale è noto che delle sostanze pericolose si propagherebbero danneggiando l’ambiente.

E ad esser obiettivi, non crediamo che un qualche giorno un gruppo possa esser così irresponsabile da effettuare un’azione del genere, a meno che non si tratti di misantropi che preferiscono assassinare tutta l’umanità prima che la civilizzazione la finisca con la terra.

Riguardo a quel che si dice sul sistema tecno-industriale, noi dichiariamo che non c’è nulla di ridicolo nel focalizzare la nostra lotta in un obiettivo concreto. Vediamo, invece, ridicolo cercare di finirla o incentrarsi su temi così grossolani come il machismo, il razzismo, lo specismo o persino la dominazione. Con questi temi sì che entreremmo nell’ambito dell’assurdo. Ugualmente, anche cercare di finirla con il sistema tecno-industriale sarebbe assurdo e non risolverà nemmeno nulla, perché noi non cerchiamo che si risolva qualcosa, perché noi sappiamo che non si risolverà nulla, al contrario tutto sarà perduto, tutto si perderà. Insomma, non avete proprio capito quel che sosteniamo. Noi non cerchiamo di finirla con questo sistema, perché è impossibile. Quel che noi (noi che conosciamo questi temi e che siamo veramente svegli) focalizziamo è l’attacco e la destabilizzazione del sistema tecno-industriale, perché è l’aspetto più immediato, quello al quale possiamo aspirare, anche se attaccarlo non serve a nulla. Forse questi “primitivisti vegani” di Culmine non hanno proprio pensato (con tutto il rispetto) che tutto dipende dal STI, assolutamente tutto e che se si vuol essere sul serio radicali bisogna vedere la radice del problema e non sono le sue piccole ramificazioni.

Raccomandiamo la lettura del testo: La verità sulla vita primitiva. (Una critica all’Anarcoprimitivismo) di Ted Kaczynski. Lì, in maniera molto chiara si spiega, razionalmente, con la corroborazione di studi, che le tribù selvagge non erano come le dipingono i primitivisti di tipo edonista. In effetti, molte tribù erano insensibili nei riguardi degli animali, erano machiste, molto anti-ecologiste e di questi siamo certi e ben informati. Quel che non ancora si capisce è che noi non pretendiamo esser uguali a quelle tribù. Noi, come individui anti-civilizzazione, critichiamo il sistema ed in base a ciò vogliamo una vita libera da qualsiasi legame civilizzatore, tecnologico e di dominazione. Siamo contro la dominazione, ma non ci prefiggiamo di finirla con qualsiasi traccia di essa sulla terra, perché sarebbe impossibile. Una vita il più lontano possibile dalla dominazione è possibile. Dove? Nel nostro ambiente, nella natura selvaggia, non nelle città, è questo è ciò che molti “vegani anticivilizzazione” non ancora comprendono.

Oltre a rifiutare la dominazione, noi rifiutiamo anche l’antropocentrismo. E’ assurdo dire che -citando quel che abbiamo scritto (“siamo esseri umani, l’unica specie che pensa ed analizza le situazioni, i contesti e le conseguenze”)- noi siamo antropocentrici ed esser additati in quanto tali (non pensavamo di dirlo ma questa critica, così ridicola, somiglia a quelle che dicevano gli sciocchi di saboteamos.info). Con quella frase noi abbiamo detto la verità, non ci vediamo nulla di cattivo. Sì, siamo esseri umani, l’unica specie che pensa e ragiona. Gli animali non pensano né ragionano, si fanno guidare dai loro istinti (e gli animali civilizzati si fanno guidare dai loro padroni di condotta). Chiunque dica che gli animali pensano e ragionano, o chiunque si indigna perché abbiamo sostenuto questo pensiero, bene: siete completamente disorientati rispetto a quel che siamo ed a quel che c’è in questo contesto.

La ragione. Cosa c’è di male nel fatto di basare e di mantenere la nostra lotta sulla ragione?

Rivendicando l’ira, la vendetta, l’odio ed altri sentimentalismi andate d’accordo con il nemico, state dando ragione agli psicologi e ad altri che credono che tutto ciò serva solo a scaricare frustrazioni. Noi procediamo verso un senso più profondo. Adesso non è più ora di scaricare frustrazioni, né è l’epoca della gioventù o della moda. Noi ci rifiutiamo di basare il nostro agire su questi discorsi semplicistici ed irrazionali. C’è qualcosa di più profondo, del quale abbiamo parlato nell’ultimo editoriale. Certo, non si può prescindere dai sentimenti, in quanto essi costituiscono una parte importante della vita, ma farli diventare una base nella lotta contro il sistema è un errore, e lo continueremo a dire sapendo che criticherete questa verità.

Dicendo di non sapere cosa sia la ragione e cosa sia irrazionale, cadete nel relativismo. Una persona che non abbia una perdita della sue facoltà mentali sa molto bene quel che è bene e quel che è male, sa cos’è la ragione e cosa non lo è. Lo ripetiamo di nuovo: siamo esseri umani che abbiamo raziocinio, e ci tocca utilizzarlo. Noi sappiamo che la vita non dev’essere tutta razionale, sarebbe impossibile, perché nella vita ci sono sentimenti, emozioni, vissuti, esperienze, impulsi ed altro; ma ogni cosa al posto suo e, di nuovo, non baseremo la nostra lotta su sentimenti, altrimenti cadremmo in errore. La medicina moderna, adesso, sta creando nuovi approcci diagnostici che segnalano che la ribellione o l’esser antagonisti al sistema siano una malattia mentale e questo è una menzogna. Questi approcci si devono per la gran parte a quelle persone che basano le proprie azioni e persino la loro esistenza su sentimenti di vendetta, d’ira, ecc. Se la gran parte delle persone vuole continuare a basare le proprie azioni contro questo sistema con l’emotività non li preveniamo a che facciano il contrario. Prima o poi ci daranno ragione, quando saranno catalogati dalla società industriale come dei risentiti sociali o malati mentali; ma (lo ripetiamo) con quegli atteggiamenti state dando ragione al nemico.

La logica di potere e quella di ragione dell’individualista sono qualcosa di completamente diverso. Il sistema tecno-industriale può dire di essere razionale, ma quel che permette che avanzi non si basa sulla ragione, si basa piuttosto sulle necessità psicologiche delle persone che lo mantengono. Le tribù selvagge non erano razionali, e questo non l’abbiamo mai affermato. Le tribù selvagge erano quel che erano perché basavano la loro vita su istinti di sopravvivenza, creatività e superstizioni. Noi siamo umani civilizzati che utilizziamo la ragione per vivere una vita lontana dalla civilizzazione, mettendo in discussione ed alla radice il sistema e rigettando quel che ci sembra civilizzato.

Di nuovo, se Culmine (ed altri) pretende realizzare le sue azioni sulla base dell’irrazionalità non è un nostro problema. Sappiamo che farlo su queste basi è un grave problema che ha a che vedere con le vostre vere motivazioni. Noi baseremo la nostra lotta sulla ragione, e la nostra vita su sentimenti, istinti, impulsi, istinti recuperati, ecc.

Culmine afferma che l’nsurrezionalismo deve essere criticato, ma come volete siano queste critiche se le nostre le considerate come assurde? Magari volete solo critiche buoniste, amichevoli e zeppe di fiorellini colorati Quando arriverà una critica buona per i vostri occhi? Quando vi piacerà qualcosa che si accorda con voi? E quando accadrà tutto ciò? Solo voi lo deciderete. Ad ogni modo la nostra critica è fondata su delle basi, se non la volete prendere in considerazione -di nuovo- è un vostro problema.

Qui, è più che netta la linea di divisione che devono affrontare le idee anti-industriali. Da una parte ci sono gli individui che si credono i molto corretti rivendicandosi contro il machismo, la disuguaglianza ed altri temi, che basano le loro azioni sull’irrazionalità, sull’emotività e sull’edonismo. Dall’altra parte ci sono gli “ultra-ortodossi anti-tecnologia”, come Ultimo Reducto, Anónimos con Cautela ecc, infine ci siamo noi che vediamo la realtà e sebbene faccia male la tiriamo fuori e la esponiamo, noi scomodi, noi individualisti, noi che utilizziamo la ragione e non basiamo le nostre azioni su bisogni psichici. Vedremo nell’arco di qualche anno quale di queste categorie resterà in piedi.

A mo’ di contropartita: quando un compagno d’azione supera tutte le barriere imposte dal STI e trova una motivazione veramente profonda per realizzare un’azione, la fa. Così, si allontana da qualsiasi logica civilizzatrice. Quando giunge ad un obiettivo che pretende attaccare, è certo che il suo corpo sente una emozione, ma una cosa è quel che il corpo esprime in ogni situazione ed un’altra, molto diversa, è ciò che motiva a che questa persona faccia l’azione.

Editores de la RyA

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