Individualidades tendiendo a lo salvaje – Quarto ed ultimo comunicato pubblico


Its è un gruppo anti-industriale, antitecnologico ed anticivilizzazione costituito da ecologisti radicali

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Messico – Rivendicazione delle Its dei pacchi bomba inviati alla Facultad de Estudios Superiores della UNAM ed all’Instituto Nacional de Investigaciones Forestales, Agrícolas y Pecuarias

La violenza non viene approvata dal sistema perché ne scombussola il normale funzionamento.

Come s’è potuto leggere nei precedenti comunicati delle Individualidades tendiendo a lo salvaje(a) s’è spiegato (anche se in maniera non molto concreta, perché il tema è piuttosto esteso e complesso) che l’avanzamento tecnologico aumenta a passi da gigante, se ne sono affrontate le cause e le conseguenze in un prossimo futuro o forse per molte generazioni, s’è anche visto che il progresso non dà segni di fermarsi per nulla e per nessuno, anzi tende ad una maggiore artificializzazione, dominazione e domesticazione di tutti gli organismi viventi e gli avvenimenti naturali all’interno della biosfera terrestre.
Da sottolineare che
Its non pretende distruggere il Sistema Tecnologico Industriale in quanto tale (anche se lo volessimo, sarebbe una visione molto utopica e fuori dalla realtà), ma cercare di destabilizzare e screditare l’avanzata dell’incubo tecnologico a tutti i livelli; obiettivo raggiungibile date le condizioni tipiche del Messico: nazione semi-industriale ed in via di sviluppo. Molti si chiederanno: perché attaccare in un paese di tali caratteristiche? Perché è più probabile che il nostro obiettivo possa esser raggiunto proprio per le citate peculiarità locali. Con questo, Its è cosciente che siamo per certi versi dei riduzionisti, ma è quel che c’è. Certo, ci piacerebbe lanciare una campagna tra affini in tutto il mondo che taglino di netto con delle azioni violente le menti che creano e modificano la nanoscienza assieme ai loro laboratori di ricerca avanzata. Ma fino a che ciò non si verifica (e non abbiamo la certezza che avvenga), continueremo ad attaccare direttamente gli esperti nel campo tecnologico.
Attaccare il Sistema Tecnoindustriale è un naturale istinto di sopravvivenza (così come condurre uno stile di vita antiindustrile in piccole comunità), come enti razionali comprendiamo che questa realtà creata dal sistema è contraria alla Natura, e la sua difesa selvaggia è quel che ci muove come individui a-civilizzati, per questo
Its fa uso dello scontro diretto per ottenere tali fini. Non c’è nulla di più ripugnante e riprovevole per la società, le autorità ed il sistema stesso che l’uso della violenza.
Il sistema è quello che sempre chiama al dialogo, all’uso della parola, alla soluzione dei problemi come “gente civilizzata”, perché teme lo scompenso ed il possibile crollo della sua pace sociale per l’eccessivo uso dello scontro da parte di individui svegli.
La specie umana è conflittuale per sua natura e ripudiare questo valore intrinseco è in contrasto con quel che realmente siamo o eravamo (per i moderni civilizzati).
Naturalmente,
Itsnon colloca la violenza su un altare, semplicemente la vede come mezzo.

Come s’è detto prima, nei precedenti tre comunicati s’è portata avanti una critica ala nanotecnologia ed all’informatica, alla società industriale e s’è sviluppata una analisi sulle conseguenze ecologiche generata dalla maggior domanda dovuta agli apporti nell’ambito della scienza e della Tecnologia. Adesso è giunto il momento di affrontare le conseguenze generate da tutto ciò nella mente umana. Le nostre posizioni come Its ed il rifiuto di ricorrere ad alcuni termini, che a nostro parere non ci identificano, servono solo per far capire meglio come la pensiamo.
A questo punto bisogna sottolineare che
Itsnon pubblica questi comunicati perché la gente si “liberi” o che “si renda conto” della situazione che attraversa la Terra con lo sviluppo tecnologico e che con questo, “cambi” le proprie abitudini o la forma di vegetare. Assolutamente no, noi non siamo, né vogliamo, né ci interessa essere i “salvatori benintenzionati”. Lasciamo da parte le avanguardie sinistrorse che vagamente pensano che con un’azione violenta e diffondendo un comunicato pubblico cambieranno la marcia mentalità della società civile. Questo tipo di messaggi è solo ed esclusivamente rivolto a quegli individui o gruppi affini o in via di riflessione, affinché si decidano a portare la critica al Sistema Tecnologico Industriale ad un livello più alto. Naturalmente, su basi concrete e lungi da sintomi civilizzatori, con i propri mezzi. Inoltre, il nostro è un tentativo di contribuzione sincera ed importante per questa lotta qualitativa contro la Civilizzazione e la sua pseudo-stabilità. Ma, allora, perché se il messaggio è diretto ai soli affini, viene dato a conoscere in questa maniera altamente visibile? Questi scritti sono una critica in azione, all’interno di un dinamismo contro obiettivi concreti. Itscomprende che la società industriale è parte del sistema; per questo motivo pubblichiamo dei testi di rivendicazione di questa forma, per criticare anche le persone complici della devastazione della Natura Selvaggia.

Detto questo, iniziamo con l’analisi:

I
La crescita esponenziale ed a larga scala della Tecnologia all’interno di fattori culturali, politici, economici, psicologici, sociali, su e all’interno del comportamento umano va riducendo al minimo la sfera della Libertà, perché la gran parte dei membri della società tecno-industriale si sente frustrata e presenta diversi sintomi derivati da tale frustrazione generata dall’assenza di Autonomia e dalla iper-valutazione dell’alienazione nella non-vita quotidiana.
Questi sintomi sono: depressione, stanchezza, eccessiva ricerca del piacere (edonismo), deviazioni sessuali, disordini alimentari e del sonno, rabbia, senso di sconfitta, sentimenti d’inferiorità, tra gli altri.
Tutti questi sintomi sono anche generati dalla mancanza di attività che richiedono uno sforzo serio (in quanto la Tecnologia ha resto la vita, nella gran parte dei suoi aspetti, più comoda e facile). Sforzo, per raggiungere finalità reali, che viene chiamato Processo del potere
(b).
L’essenza del processo del potere consta in 4 parti: impostazione della finalità, sforzo, ottenimento di tale finalità ed Autonomia, anche se molti soddisfano solo i primi 3 punti e solo in pochi il quarto.

Facciamo un esempio, per spiegare meglio il concetto. Un uomo che ha tutto, basta che lo esiga, diviene sempre altamente edonista e sviluppa seri problemi psicologici perché non deve sforzarsi per nulla. Come risultato di tale situazione, vengono fuori la demoralizzazione e la noia. Così quando quest’uomo cerca di fare qualche sforzo e non vi riesce, perché è un incapace, sopravvengono la frustrazione depressiva, il senso di sconfitta ed i sentimenti di inferiorità, ecc. Qui, non si sta parlando di un uomo con una stabile posizione economica, ma di un qualsiasi pusillanime che alimenta l’alienazione del sistema con la sua assurda esistenza.
Dinanzi a questa frustrazione, ci si inventa una gran quantità delle menzionate (nel precedente comunicato) attività sostitutive che hanno come finalità i compiti artificiali e non reali per coprire i vuoti generati dalla non-vita all’interno della Civilizzazione.
Nella vita, è certamente naturale ed è altamente necessario un serio sforzo per potersi sentir bene con se stessi e non cadere nelle trappole del Sistema di Dominazione. Soddisfare i bisogni fisici e biologici, come la ricerca e l’ottenimento del cibo, la costruzione di rifugi, la protezione dei membri di una comunità di affini e l’apprendimento della sopravvivenza, sono basiche all’interno della Natura Selvaggia Umana, solo che all’interno delle città tali attività reali sono viste come non necessarie o semplicemente non sono nemmeno prese in considerazione.

Per vivere all’interno della Civilizzazione manca solo un piccolo sforzo per soddisfare i bisogni che questa richiede per tener in testa quella falsa idea di stabilità (in qualsiasi dei suoi aspetti), l’unico requisito che bisogna avere con il sistema è la totale obbedienza, è l’unica cosa di cui si ha bisogno per il mantenimento dell’ordine stabilito che impera oggigiorno.

Molti sono gli automi che diranno che con le loro attività sostitutive come la scienza, l’attività fisica (ecc.) si sentono bene e che trovano in esse autonomia e libertà mentre le svolgono. Se dicono tali cose è perché hanno totalmente smarrito il senso di quel che è bene e di quel che è male, sono completamente alienati e i loro pensieri son già un prodotto dell’artificializzazione e iper-socializzazione. (c)(b)

Per questo,Itsnon s’è meravigliato che le reazioni e della sottomessa società industriale messicana che delle autorità siano state di piena condanna quando abbiamo realizzato l’attentato contro quei disprezzabili tecnofili del Tec di Monterrey. Perché? Perché sapevamo che molta di quella gente con evidenti disturbi psicologici avrebbe letto il nostro comunicato e che non ci saremmo meritati altro che un elenco di apprezzamenti critici che non sono stati presi in considerazione perché non avevano alcun valore, né analitico né razionale. Ma di questo ne parleremo successivamente.

Continuando con il tema. Le conseguenze di tutto ciò c’insegnano che all’interno della Civilizzazione siamo esposti a subire questi sintomi, a meno che non siamo sufficientemente forti da scartarli e superarli, allontanandoci dalla Tecnologia, rifiutando il più possibile la Dominazione ed avvicinandoci all’ambiente naturale e silvestre al quale apparteniamo come parte di un tutto, come una ulteriore specie selvaggia.

Come disse quel filosofo tedesco:“Soffriamo la malattia del modernismo, quella pace insana, quell’accettare o meno la codarda transazione di tutta quella virtuosa porcheria del mondo.” (d)

II
La Tecnologia fa sì che sempre più individui siano dipendenti dal sistema. Il controllo, che è insito nel sistema, rende gli individui proni ad accettare le norme sociali di sussistenza, il che dà come risultati la scomparsa dell’identità dell’individuo ed il bisogno artificiale-culturale dell’integrazione all’interno delle masse o dei grandi gruppi sociali.
Così, una gran maggioranza di persone si lega a movimenti sociali per la frustrazione di non sentirsi capaci di giungere con i propri mezzi all’Autonomia ed alla Libertà, cercando nelle grandi organizzazioni quel che non possono fare da se stessa.
I sentimenti di inferiorità sono ben marcati. All’interno dei movimenti collettivisti si sentono forti; ma da soli i singoli individui che li costituiscono si sentono vulnerabili. Si identificano con i movimenti di massa per i propri bisogni psicologici, perché pensano di essere dei perdenti e credono che da soli non riusciranno ad ottenere nulla.
Di conseguenza, vengono fuori delle persone che si sentono così vuote da giungere all’estremo di dare la propria esistenza per una causa sociale, una sotto-lotta che l’unica cosa che provoca è il deterioramento fisico e mentale di questi individui che s’illudono di giungere ad un mondo nuovo in cui vivere; si definiscano pure anarchici, comunisti, femministe, cittadini, ambientalisti, vegani e chi più ne ha più ne metta di queste chiacchiere messianiche
(e).

La cosa peggiore è che, quando queste persone si “radicalizzano” ed iniziano a prendere le armi per difendere le loro presunte lotte che agli occhi di alcuni membri della società sono “buone” (come le lotte per la giustizia costituzionale, per le abitazioni degne, per i miglioramenti salariali, per il miglioramento dei servizi, ecc.). il risultato è quello da tutti atteso: morti, sequestri, scomparse forzate, guerra sporca e il racconto di sempre al quale siamo abituati e del quale tanto si lamentano i vittimisti che forse si aspettavano fiori dopo una dichiarazione (o l’agire) di guerra contro il governo. (f)

In questo modo, la gran parte di quelle persone che dicono di avere posizioni “radicali” sviano dal vero problema (il Sistema Tecnologico Industriale) e basano le lotte in aspetti riduttivi, che fanno sì che il sistema si perfezioni e diventi più forte.

Esempio: s’è potuto vedere con i movimenti per i diritti per gli afroamericani che esigevano di non esser discriminati in base alla razza. S’è giunti a questo risultato (anche se non del tutto) e adesso possiamo vedere persone di pelle nera che dirigono imprese, che lavorano con lo stesso salario di un uomo o donna bianca, scienziati di colore (ecc.). Cioè, hanno avuto l’opportunità di non essere discriminati, in modo che contribuissero a sviluppare, sostenere il sistema, e così stanno facendo. Naturalmente, questa non è un’osservazione razzista, Its l’ha solo presa come esempio.
La stessa cosa è avvenuta con gli indigeni, le donne, gli omosessuali, gli ecologisti ed altri. Il sistema li ha integrati affinché divenissero protagonisti di lotte per dei miglioramenti “umanitari”, ossia ha fatto sì che il sistema sia più “giusto” e più accettabile.

Così, l’ipotesi che sia il sistema ad essere regolato sulla base delle esigenze umanitarie è del tutto scartata; al contrario, sono le persone, la gente o la società (si definiscano come vogliono) che devono modellarsi alle necessità del sistema stesso. Così stanno le cose.
“L’ideale sostenuto dalla [Civilizzazione] era qualcosa di abbagliante, gigantesco e travolgente; un mondo d’acciaio e cemento, di macchine mostruose ed armi spaventose; un popolo di fanatici avanzando fino ai suoi destini con coesione perfetta, tutti animati da identici pensieri e tutti in coro con lo stesso ritornello… Insomma, trecento milioni di abitanti, tutti con la stessa faccia.”(g)

III
Con una sola parola possiamo categorizzare tutte queste persone e tendenze ideologiche che offrono e sprecano la propria esistenza all’interno di lotte per gli “svantaggiati”, i “vulnerabili”, gli “oppressi”, le “vittime”, difendendoli ed esigendo “giustizia sociale”, “pace mondiale”, “riforme” ed altre porcherie che solo rendono la loro catena più grande e che, come abbiamo detto fino alla nausea, solo aiutano a che il sistema sia migliore. Questi individui li chiamiamo: sinistri.
(b)

La pseudo-filosofia dei sinistri è quella della quale abbiamo già parlato: senso di inferiorità, collettivismo ed attività sostitutive con fini artificiali.

Ma, oltre a tutto ciò, i sinistri assumono un ruolo di “protettori” e di “salvatori” degli altri (generalmente, le presunte vittime del sistema: operai, donne, omosessuali, ovvero tutto il “popolo sfruttato” o, andando oltre, la difesa dei diritti degli animali o la richiesta di clausole costituzionali per la tutela dell’ambiente).
Se analizziamo a fondo tutto ciò, possiamo considerare che non solo le organizzazioni vittimiste o qualsiasi individuo concreto sono sinistri, ma lo è tutta la società industriale. La moderna società,in cui viviamo, ci insegna che dobbiamo essere “amichevoli”, “passivi”, “altamente socievoli”, ugualitari”, “riformisti”, ecc. Questo perché essa ha ben radicati i valori del sistema; i quali sono riprodotti nei mass media, nel mercato della tecnica, nell’educazione impartita, nei programmi di aiuto governativo ed altri, che nel trasmettere questo tipo di idee contorte automaticamente si converte in sinistrume.

Uno dei fattori con il quale si identifica il sinistrume, o i sinistri, è che sempre tende a volere il potere. L’esempio è dato: dai comunisti, i quali vogliono ancora che la “dittatura del proletariato” abbia il potere che nel periodo aureo s’è identificato con il blocco socialista in Europa ed in Asia, o dalle femministe che vogliono che donne abbiano il potere in diversi aspetti della vita, o gli ambientalisti che vogliono che il potere possa avere il controllo sulle leggi in modo che non si danneggino la natura e gli animali.
Tutti questi (ed altri) versanti ideologici hanno come comune denominatore l’appropriazione della Tecnologia per la collettivizzazione Non ci hanno sorpreso i commenti di questi gruppuscoli di persone con seri squilibri psicologici espressi quando son venuti a conoscenza dell’attentato che abbiamo realizzato contro enti tecnologici, nel mese di agosto.

Secondo essi la Tecnologia è “buona, vedendola da un diverso punto di vista”. Qui, si apre lo spazio per quel che viene chiamato relativismo, ovvero quella posizione filosofica che proclama che nulla è buono o cattivo, se visto da un “diverso” punto di riferimento. La Realtà non esiste, o meglio ci sono molte realtà, argomento completamente sbagliato ed irrazionale, perché quando lo si sostiene non si ha la certezza di difendere nulla perché, in fin dei conti, tutto è relativo (secondo i sinistri). (h)
Restando sul tema, il rifiuto della Tecnologia è contrario ai valori dei sinistri, perché ne hanno bisogno per il potere collettivo che vogliono ottenere. Dicono che se tutte le persone arrivassero a controllare le industrie e la Tecnologia invece dei pochi che oggi sono al potere, tutto sarebbe diverso. Ma è un ragionamento totalmente sbagliato, è come cambiare il guinzaglio ad un cane. Le conseguenze climatiche e l’impatto ambientale della produzione a gran scala continueranno a danneggiare la Terra e quindi continuerà ad esserci la Dominazione. In realtà, non cambierà nulla. Quel che questa gente vuole fare quando giungerà al potere è riformare il sistema in modo che siano soddisfatti i loro bisogni psicologici di benessere e progresso, ovvero che si sazino le loro attività sostitutive impregnate di ansie di potere e totalitarismo esacerbato, anche se lo negano.

In tal senso, il moderno essere umano con tendenze sinistrorse si differenzia per il suo alto grado di ripudio dell’individualismo, per ragioni pseudo-umorali è sempre alla difensiva contro questo termine, considerandolo improprio e lontano dalla sua mentalità iper-socializzata.
Pensa che egli si trova in questo mondo per servire gli altri, la qualcosa è estremamente anormale. Nessun individuo dovrebbe pensare che il suo unico scopo come essere vivente sia quello di servire la società, e che gli altri siano sopra di lui o lei. L’individuo è un fine (all’interno di questo aspetto) in sé e non un mezzo per gli altri.
Molte di queste persone confondono l’individualismo con l’antisociale. L’essere umano è socievole di natura, ma ciò non vuol dire che sia collettivista in tutti gli aspetti della sua permanenza sulla Terra. Il sociale si converte in qualcosa di anormale quando si perverte il reale senso di affetto e solidarietà ben oltre del piccolo ridotto gruppo di affini. Per questo motivo, si può dire che il collettivismo è un sentimento creato dall’artificialità, sul quale si attacca il sinistrume per attrarre altri automi nei suoi giganteschi circoli sociali.

IV
I sinistri, tirando fuori l’altruismo incarnato nei valori del Sistema Tecnoindustriale, rendono solo visibili la loro alienazione e la perversione dei loro istinti naturali verso esso. Uno di tali istinti mutati è quello della solidarietà promiscua. Il che è ben lungi dalla realtà, perché possiamo vedere che quando un piccolo gruppo di persone convive quotidianamente o ha un vincolo molto vicino, la solidarietà è presente, come anche la difesa (tra essi), l’apprezzamento e l’appoggio, in quanto i membri del denominato gruppo si conoscono bene e condividono una visione affine (sotto tutti gli aspetti). E’ lì che si sviluppa la vera solidarietà istintiva e naturale, lontana dal compromesso per la forza, sentimentalista ed ipocrita della società sinistrorsa.
Questa è la solidarietà reale, quella che condividono individui all’interno di un gruppo naturale ed immediato di affini, e che non è modificata da ideologie e pratiche vittimiste con persone sconosciute da schemi psico-culturali.

Allo stesso modo, Itsnon s’è sbagliato nei precedenti comunicati nel dare un appoggio diretto con affini (detenuti o meno) in alcuni paesi (incluso il Messico) come l’Italia, il Cile, la Svizzera, l’Argentina, la Russia, la Spagna e gli Stati Uniti.

Anche se ci sono alcune differenze (delle quali tratteremo in un’altra occasione) tra il discorso degli individui arrestati per voler attaccare un centro per lo sviluppo nanotecnologico appartenente alla IBM in Svizzera e gli individui che hanno incendiato macchinari per la distruzione dei boschi di Mosca (per fare alcuni esempi), condivideremo sempre quella visione affine (o in processo di affinità), ben oltre le parole che li hanno spinti ad attaccare il Sistema e la società Tecnoindustriale.

L’identificazione e la compassione con gli sconosciuti hanno dello solide radici storiche nella filantropia, l’amore verso il prossimo predicato dalle prime sette dei cristiani l’hanno rafforzato ed il sinistrume lo sta perpetuando nell’era della modernità tecnologica. Si dimostra così che la solidarietà promiscua è completamente contraria al naturale sviluppo dell’essere umano e che difendere e stare all’interno del nostro circolo culturale di esseri cari sono le uniche cose che dovrebbero interessarci. Tuttavia, viste le variazioni che ha avuto il comportamento umano all’interno della Civilizzazione, quest’aspetto è cambiato profondamente nella mentalità di tanti.
“L’autosacrificio è l’anormale precetto secondo il quale l’uomo ha bisogno di servire sconosciuti per poter giustificare la sua esistenza”. (i)

A questo punto, dei lettori non molto intelligenti qualificheranno l’Its come un gruppo di “egoisti misantropi”; cosa che non condividiamo. Che non si confonda l’individualismo con l’egocentrismo, né il rifiuto della società industriale con la misantropia (j).

Come s’è potuto leggere, la solidarietà promiscua entra nell’irrazionalità anti-naturale e nella difesa di sconosciuti che condividono un presunto legame psico-emotivo, trattandosi di persone che sono in condizioni di sofferenza o di dolore a noi estraneo. .

V
Allo stesso modo, all’interno di questa alienata società di massa, la sofferenza ed il dolore sono visti come qualcosa di “cattivo” e si cerca di evitarli in tutte le maniere. Si mette da parte sempre quel che è naturale e dal quale possiamo apprendere, anche se scomodo o indesiderabile.
Il dolore in sé non è qualcosa di “cattivo”, ma è un bene necessario per poter sopravvivere e non perdere gli istinti e gli impulsi selvaggi che ancora ci restano. Darsi totalmente all’edonismo è quel che il sistema vuole che facciamo, per poter continuare a contribuire alla moltiplicazione dei suoi valori.
Che senso avrebbe la vita senza dolore? Che senso avrebbe se tutto ciò che vogliamo lo otteniamo in maniera rapida e facile, senza fare alcun serio sforzo per procurarcelo? Non avrebbe alcun senso vivere così, non si tratta di vita, è solo sciamare e vegetare.
Quando affrontiamo il tema del dolore e della sofferenza, non giustifichiamo il sadismo o la sensibilità estrema, trattandosi in questi casi di altre deviazioni mentali della vita civilizzata. La scienza è quella che contribuisce a che questo sogno del progresso divenga realtà, stimolando neuroni cerebrali per inibire il dolore ed arrivare ad essere solo dei semplici umanoidi, incapaci di sentire neanche il dolore, conseguenza dell’esser vivi.
La stessa cosa accade con la morte. C’è una timore speciale sul fine della vita all’interno della società codarda e prona. Non si pensa che la morte è un processo naturale dal quale dobbiamo passare tutti, un qualche giorno. I tecnofili, gli imprenditori e gli altri, adesso spendono milionarie quantità di denaro per ottenere attraverso lo sviluppo scientifico e tecnologico che la vita di un essere umano si prolunghi in maniera indefinita. L’abbiamo già detto in precedenza, anche se sembra fantascienza questo è quel che accade nel mondo reale, non nel mondo che tutti i semplicisti criticoni vedono in maniera diversa per via dei loro complessi relativisti e deboli da non voler osservare e stare attenti a quel che il sistema ci sta rubando come individui e come membri di una specie.
L’umano non civilizzato quando si sviluppava in uno stato selvaggio non era cosciente del fatto che la sua vita potesse finire da un momento all’altro, perché la vita nella Natura Selvaggia è violenta e dura. Di fatto, il tasso di mortalità in alcune tribù selvagge era di pochi anni, ma il punto non è la quantità degli anni vissuti. Uno può vivere più di cento anni e non aver fatto assolutamente nulla per giungere alla desiderata Autonomia, mentre si possono vivere pochi anni in Libertà e già questo è un grande vantaggio.

La morte, lo sforzo maggiore, la sofferenza ed il dolore non sono cose “cattive” in sé, ma sono intrinseci con la vita di ciascuno di noi vive su questo pianeta. Quelle che sono cattive -ed è da rimarcarlo- sono la Dominazione, la perdita dell’Autonomia e della dignità umana.

VI
La Natura è il bene, la Civilizzazione è il male. Così abbiamo concluso il precedente comunicato. Da subito s’è capito che queste parole hanno colpito in maniera forte nelle menti e nelle analisi dei comunicatori, investigatori, poliziotti e persino qualche intellettualoide universitario che ha intessuto un’inesatta critica pseudo-filosofica, ipoteticamente storica, entrando nel terreno della fisica, rivestita di tecnicismi non molto frequentati dal povero lessico comune messicano rispetto al nostro comunicato di poco più di 5.400 parole.
(k)

Noi membri di Its abbiamo una morale, che ci permette di riconoscere quel che è bene e quel che è male, ed in base a questo ragionamento abbiamo concluso il precedente testo con quella frase. Non siamo un gruppo amorale, questo è un termine che rappresenta i mentalmente deboli che non son capaci di separare il buono dal cattivo.
Evidentemente, diciamo che la Natura è il bene perché per milioni di anni ci siamo sviluppati ed evoluti assieme ad essa, solo che c’è stata una deviazione di abitudini, valori, costumi e comportamenti allineati alla Dominazione, cioè il male, che è la Civilizzazione e tutto quel che essa comporta.
Chi difende la Civilizzazione, la Tecnologia, i valori del sistema, la scienza, la Cultura civilizzata, il Progresso ed altri luoghi comuni non dissimili, è una persona totalmente alienata dal punto di vista cognitivo (distorsione che colpisce il modo di vedere la Realtà [psicologia]), che ha sofferto un lavaggio del cervello così grave da non rendersi conto che difende in modo patetico la sua stessa distruzione con posizioni insensate.

Milioni di anni fa, la Natura era un principio assoluto, una cosa unica, tutto nel modo più assoluto si sosteneva per via delle leggi naturali, ma nel corso dei secoli, quando iniziarono a comparire i primi cenni di agricoltura, nacque una controparte, la Dominazione. Questa controparte crebbe fino a giungere allo sviluppo ed alla modernità, con l’entrata in scena della Civilizzazione e tutte le conseguenze che ne sono derivate, e che abbiamo citato solo in parte.
Adesso, riassumendo il tutto in una rapida e semplicistica conclusione, si potrebbe dire che si sta parlando di una dualità, di due principi antagonisti: la Natura e la Civilizzazione.
Ma, approfondendo, vediamo che all’interno della dualità vi sono molti rami che traggono origine da questa dottrina, uno di essi che ha avuto una gran notorietà è quello teologico, che viene ad essere il benedetto ed il maledetto, il dio ed il diavolo. L’altro importante versante è il dualismo metafisico anima e corpo, ragione e fede, spirito e materia.
Non si può posizionare la dicotomia Natura-Civilizzazione all’interno di questi due aspetti, perché sia la Natura che la Civilizzazione hanno un luogo nella stessa Realtà. Per esempio, abbiamo la certezza che lo spirito non esiste, ma la materia sì. Possiamo così concludere che Natura-Civilizzazione siano concetti che hanno una credibilità nel tempo e nello spazio. Il metafisico ed il teologico sono carenti di argomentazioni, sono altre posizioni mentalmente deviate rispetto a quel che sono veramente le cose (predisposizione cognitiva). Noi come individui siamo entità fisiche, con bisogni e finalità fisiche, all’interno di un mondo inconfutabilmente fisico. Il metafisico, come già detto, è solo una riproduzione mentale frutto dei malati schemi psicoculturali, imposti dal sistema.

La dualità sarà incentrata piuttosto sulla morale (non su aspetti religiosi o sopranaturali), quel che è bene e quel che è male. Le posizioni di Its non hanno nulla di magico, fantastico o mistico, perché attualmente sia la Natura che la Civilizzazione Tecnologica Dominatrice sono due versanti prominenti, anche se la Natura viene quotidianamente ridotta al nulla ed all’incerto.
Per
Its la Natura non è una dea, non è nostra madre, niente di tutto ciò. La Natura è quel che è, è un obiettivo assoluto e basta; qualificarla, adorarla o idealizzarla sarebbe cadere nella sacralità irrazionale, della quale siamo assolutamente contrari.

VII
S’è detto che le visioni catastrofiche che abbiamo ipotizzato nei precedenti comunicati siano dei sintomi della nostra paranoica, irreale ed iperbolica visione del mondo attuale. Come sempre, gli pseudo-scettici si ergono a difendere le crisi nervose, placando lo scenario. la barca affonda ed essi si riempiono tranquillamente la bocca di parole dolci con oziose critiche.
Prendono alla leggera la minaccia della nanotecnologia, come hanno fatto i loro compari europei alcuni anni fa, quando dicevano che l’energia nucleare non sarebbe passata di moda, che le critiche e gli avvertimenti degli ecologisti erano altamente esagerati, che erano folli e che l’espansione della Tecnologia non avrebbe comportato ulteriori problemi. Qual è stata la realtà? Incidenti nucleari dal 1957 fino agli inizi di quest’anno, in Russia, Inghilterra, Stati Uniti, Ucraina, Brasile, Spagna, Giappone ed altri che certamente saranno stati occultati; ampie zone boscose con grande varietà di flora e fauna gravemente devastate, infertili e mutate, deformazioni genetiche, nuovi tumori incurabili, ecco l’olocausto nucleare, la storica catastrofe causata dalla malata idea del progresso della Civilizzazione, della scienza e della Tecnologia. Se l’energia nucleare ci ha condotti a tutto questo, dove ci condurrà la nanotecnologia nel futuro?
Si sottovaluta il potere economico, del coefficiente e delle oscure intenzioni dei transumanisti
(l) quando si dice che giungere a quel che questi esseri abietti si propongono di fare sia con la natura dell’uomo che con la Natura Selvaggia.

Il “se ne va” ideologico resta notevolmente esposto alle vuote critiche di quelli che ci separano dai tecnofobi che lanciano allarmi ed i tecnofili che sognano utopie.

Alcuni decenni fa, gli scienziati sognavano la sperimentazione, la modificazione e la manipolazione a nanoscala dei geni e delle particelle per qualsiasi fine specifico, adesso con la nanotecnologia (m) hanno esaudito questo sogno. Lo stesso è accaduto con le personalità che sognavano che qualche giorno dei computer della grandezza di una casa fossero ridotti e che sarebbero entrati in una tasca e che, inoltre, avrebbero avuto centinaia di applicazioni. Come vedete, questo s’è avverato, il sogno è divenuto realtà. Non ci sorprende se in un prossimo futuro saremo minacciati o colpiti da esplosioni di nanoinquinamento, o che attraverso la scienza si prolungasse la durata della vita di un essere umano, che smetterà di essere tale quando si impianteranno dei microchips sul suo corpo o sulla sua corteccia cerebrale… aspettate! Accadrà.

Un serie infinità di invenzioni s’è sviluppata da quando vi erano delle macchine prefabbricate e adesso contano su modalità mai viste prima, certo consumate per la gran parte dalla società industriale.
Ma, cos’ha di male, ad esempio, l’invenzione del telefono e perché
Its si oppone a qualsiasi sviluppo della Tecnologia? Il telefono in sé comporta molti vantaggio e (apparentemente) quasi nessun svantaggio. Ma non bisogna vedere l’invenzione e l’uso del telefono, ma ciascuna delle invenzioni moderne, sulle quali tutti -nel loro insieme- hanno intessuto una falsa realtà (della quali in tanti difficilmente si rendono conto) in cui siamo immersi, intrappolati e dove fanno la loro comparsa seri problemi psicologici nel non poterci sviluppare in una forma naturale (rileggere il punto I).

VIII
In certa misura, i nanotecnologi sono un pericolo latente che devono rinunciare o sparire, se necessario, in una forma violenta. Delle persone con idee seriamente riduttiviste e lontane dalla radice del problema dicono che il vero problema in Messico siano i narcotrafficanti, quei sanguinari pagati che son solo interessati alla “vida loca” (droga, denaro, donne) ed il “vivi rapido e muori giovane”. Costoro sono il prodotto diretto della presunta guerra (come lo sono l’instabilità economica ed altri fattori) che ipoteticamente porta avanti il governo federale. Ma sono un pericolo per la libertà individuale? No, sono solo un problema secondario del quale non ci occuperemo, non ci interessa affatto delle perdite che un cartello può causare all’altro, dell’esercito, della marina o di qualche civile “indifeso” che camminava per strada. Tante morti sono frutto della sovrappopolazione e la sovrappopolazione impedisce il libero sviluppo dell’individuo, oltre al fatto che è completamente anormale che tanti milioni di persone cerchino di accomodarsi in zone geografiche, grandi o piccole che siano. Quando questa crescita della popolazione giunge a livelli considerevolmente alti e si instaura in un luogo (sedentarismo), tutto tende allo sviluppo, all’espansione della Civilizzazione e quindi alla distruzione della Natura, questo è ciò che impedisce la Libertà dell’individuo. Come si vedrà, il problema centrale è il Sistema Tecnologico e Industriale, non sono i politici, la polizia, i narcos, i giudici e gli altri soggetti che in fin dei conti sono tutti uguali. Chi dice che questi sono i veri nemici sta mettendo in pratica il riduttivismo e non va oltre a quel che gli permettono di vedere i propri valori civilizzati, inoltre sta cadendo nella trappola del sistema, nel volersi “ribellare” contro questi problemi secondari e non contro quel che veramente sta danneggiando l’insieme fisico e psicologico in cui cerchiamo di svilupparci.
Scienza, tecnica, modificazione genetica, transgenici, consorzi mondiali, progresso, leggi, apparati di sorveglianza, intelligenza artificiale, capitalismo, globalizzazione, apparati repressivi, stati, dittature, eserciti, centrali nucleari, industrie, consumismo, commerci, bilanci, finanze e tutto, assolutamente tutto, dipendono dal Sistema Tecnoindustriale e per questo motivo devono essere attaccati alla radice e non perdere il tempo cercando di tagliarne le foglie.

In merito ai metodi per attaccare il sistema: l’attentare contro un scienziato, un cattedratico o un ricercatore sarebbe uno strumento di dominazione contro la libertà? Alcuni squilibrati lo affermeranno in maniera energica, ci considereranno persino (e di fatto l’hanno fatto) dei fascisti o qualcosa del genere. Il loro ragionamento non avanzato sostiene che siccome gli scienziati che attacchiamo dedicano la loro esistenza al benessere dell’umanità (n), attaccarli sarebbe come cercare di dominare e coartare la presunta libertà collettiva. Ci spiace informarli che quella presunta libertà collettiva della quale parlano è inesistente, non può esserci libertà collettiva all’interno della società di massa, la vera unica ed esclusiva Libertà si trova dentro l’Individuo e non nella repulsiva società tecno-industriale. Questo è comprovato anche nella stessa anatomia umana:
“Possiamo dividere il cibo tra molti uomini. Non possiamo digerirlo in uno stomaco collettivo. Nessun uomo può usare i suoi polmoni per respirare per un altro uomo. Nessun uomo può usare il suo cervello per pensare per l’altro. Tutte le funzioni del corpo sono private, non possono essere trasferite”(i)
Lo stesso accade con la Libertà, è sempre individuale, si raggiunge in maniera personale e può essere solo condivisa con il piccolo gruppo di riferimento.
Quando si pensa che la libertà si trova nelle masse o nella totalità delle persone, si cade nel sinistrume, nell’impotenza di non credere di poter giungere alla Libertà ed all’Autonomia da se stessi, ma che ci si può arrivare solo stando con tutti.
Inoltre, con questa affermazione secondo la quale l’
Its cerca di dominare la presunta libertà collettiva con attentati contro scienziati: di quali libertà si sta parlando? Certo, se si parla della falsa idea di essere liberi attraverso lo sviluppo tecnologico, nanovaccini o nanomateriali che rendano a vita più comoda e “sicura”. Se è questo quel che si pensa, la allora il concetto della Libertà è mediocre, invalida, perversa e sinuosa.

Con le azioni che effettuiamo, noi Its non vogliamo migliorare la Civilizzazione, non vogliamo vivere in un pianeta felice prendendoci tutti per mano come una schifosa comune hippy. Non vediamo un’utopia o un paradiso, vediamo la Realtà, abbiamo i piedi ben piantati per terra, non condividiamo la visione che hanno molti lottatori sociali o lottatori “antisociali” che alla fine di una lotta si aspettano una possibile “vittoria”, perché è grandemente illusorio. Siamo maturi e non siamo degli idealisti infantili.
La Realtà è dura e lascia vedere uno scenario delle cose molto pessimista, ma è quel che c’è e bisogna accettare la verità se è che non possiamo prendere posizione all’interno del sinistrume “radicale” ed ottimista, quelle che cade nella fede e nella cieca fiducia nel dire che con queste azioni noi faremo collassare il sistema e che così “torneremo” in uno stato selvaggio.
Certo, c’è qualche possibilità che tra milioni di anni la Civilizzazione sarà distrutta o per la stessa Tecnologia o per qualche avvenimento naturale dalle grandi conseguenze (o che, nel suo difetto, il sistema costruisca apparati di autoregolazione e si autoperpetui a tempo indeterminato), ma non lo crediamo possibile per la “proliferazione” di azioni “rivoluzionarie” come menzionate nel secondo comunicato di
Its.
Come individualità che siamo in costante contatto con la Realtà per mezzo della percezione dei sensi, acquisiamo conoscenze cognitive e le processiamo, utilizzando la Ragione per smembrare la falsa realtà artificiale con una critica radicale. E’ per questo che
Its rifiuta questo tipo di valori ipoteticamente “reali” che sebbene siano solo una idealizzazione debole ed avviata alla sacralità della guerra contro il sistema ( ci riferiamo al concetto rivoluzione-rivoluzionario affrontato da Ted Kaczynski).

IX
Its ha copiato Ted Kaczynski? La domanda del milione di dollari.
Senza dubbi, alcuni di noi vedono in questo personaggio un individuo che con le sue profonde analisi razionali ha apportato in gran misura un avanzamento delle idee anti-tecnologiche, il suo modo semplice di vivere in un aspetto fortemente lontano dalla Civilizzazione e l’inseguimento della sua Libertà in un ambiente ottimo lo rende un individuo prezioso che per una delazione familiare sta scontando diversi ergastoli negli USA.

Anche se ci sono notevoli discrepanze col suo discorso, Itsnon lo considera come quella parte che ci spinge a continuare ad attaccare i responsabili intellettuali della imposta vita artificiale.
Se citiamo Stirner, Rand, Kaczynski, Nietzsche, Orwell, alcuni scienziati ed altri nei nostri comunicati è solo per dei riferimenti, non vediamo il perché dobbiamo esser d’accordo con tutte i loro lineamenti e le loro posizioni.
S’è detto che imitiamo
Unabomber, può essere che abbiamo considerato strategico il modo d’agire del Freedom Club contro personalità scientifiche negli USA negli anni ’70, ’80 e ’90, e l’abbiamo adottato, ma che sia chiaro che non abbiamo imitato il suo discorso integralmente, perché come abbiamo già detto ci sono dei punti in cui siamo visibilmente contrari alle posizioni del FC.

Sempre, nella società ci hanno detto sin da piccoli di non copiare gli altri e di essere originali, ma quel che non è stato analizzato è l’esistenza di attività neuronali intrinseche in tutti noi che rifiutiamo questo precetto.
All’interno del cervello dell’uomo ci sono delle cellule che vengono definite neuroni specchio, le quali stabiliscono che bisogna copiare per essere originali
(o), come s’è visto nel corso della storia con i pittori, musicisti, scultori, filosofi, ecc, persino nelle tribù primitive s’è potuto osservare la stessa cosa con la scoperta del fuoco e lo sviluppo di alcuni strumenti di caccia, in cui le tribù apprendevano tali cosa copiando da quelle che già le avevano.
Questi neuroni offrono la capacità di percezione con altri esseri dotati di capaci individuali, un semplice esempio dell’attività di questi neuroni specchi è lo sbadiglio, che è contagioso per l’auto-immagine che genera una persona e che immediatamente viene copiata da un’altra.
Con ciò, resta fermamente stabilito che tutti imitiamo qualche volta per meri impulsi neuronali. Naturalmente, tutti noi esseri umani tendiamo a copiare per cercare di giungere all’originalità (sotto qualsiasi aspetto), solo che anche qui sorgono dei problemi psicologici causati dalla permanenza in una realtà imposta, come voler copiare nella sua totalità o “arrivare ad essere” come una qualche personalità X senza voler essere originali, perdendo completamente l’identità individuale, lasciandosi guidare dall’alienazione e dalle ragazzate; ristagnare nella mediocrità e piangersi addosso sono alcune delle deviazioni psichiche frutto della Civilizzazione.

Entrando nel complesso terreno della neurologia, Volpi menziona che evolviamo non solo perché il cervello diviene più grande o per la capacità che abbiamo di apprendere più rapidamente o di imitarci gli uni con gli altri, ma anche per la capacità d’immaginare. (p)
Certo, tale affermazione sembra ragionevole, perché l’essere umano è l’unica specie che fino ad ora s’è verificato che è capace di inventare, di avere immaginazione.
Approfondire argomentazioni, così come generare dei racconti, ci permette di esplorare il nostro io; per via di una minuziosa osservazione che facciamo degli altri esseri umani possiamo apprendere dai loro errori e non commetterli noi, nella vita quotidiana o nel futuro.
L’immaginazione e la creatività giocano un ruolo notevolmente importante all’interno di aspetti non solo ludici per la nostra specie, ma per la sopravvivenza. La costruzione di un rifugio che resista alla pioggia o ai climi gelidi, per esempio, è un’attività che richiede oltre al ragionamento, anche immaginazione e creatività, ossia fantasia.
La fantasia non necessariamente entra nella categorizzazione dell’irreale come normalmente si pensa, ma ha un luogo all’interno di stimoli cerebrali, necessari per lo sviluppo delle abilità, del pensiero e delle emozioni.
Il fatto che ci sia la fantasia, non significa che la Realtà sia scartata.

Ma, in tutto ciò c’è un problema, perché ugualmente sorgono di nuovo le psico-perversioni civilizzatrici nel momento in cui ci si rende conto che l’essere umano dedica la gran parte del tempo alla fantasia, ad immaginare ed a ficcarsi nelle altre esistenza piuttosto che la sua. Ugualmente, invece di utilizzare la gran parte del tempo ad ottenere e soddisfare dei bisogni reali, tutta l’attenzione (in maniera conscia o meno) s’incentra nella immaginazione.
Volpi l’ha detto:
“Stiamo tutto il giorno a voler confrontarci con delle finzioni, vediamo la televisione, giochiamo ai videogiochi, andiamo al teatro, scriviamo” il che significa una severa deviazione dall’ottenimento delle necessità biologiche che per natura dobbiamo perseguire attraverso un serio sforzo (processo del potere).
La deformata specie umana sta creando sempre più attività sostitutive e s’annebbia la mente con una “dose eccessiva” di finzioni, lasciando da parte quel che interessa, cadendo in una delle trappole del Sistema di Dominazione: la distrazione.
La distrazione è servita in gran misura al sistema per sviare l’attenzione dal problema centrale. Certo, le tribù selvagge di migliaia di anni fa come le poche che restano nell’attualità, hanno delle attività come la pittura, la danza, la decorazione dei vestiti o la creazione di collane, ma queste non possono essere considerate attività sostitutive perché, date le condizioni in cui si svolgevano o si svolgono, soddisfacevano o soddisfano in gran parte il loro processo del potere, ossia i bisogni biologici e fisici erano soddisfatti e per questo avevano dei momenti di ozio in cui si dedicavano a fare questo genere di cose.

La parola Civilizzazione designa lo stato di una razza venuta fuori da condizioni prettamente naturali ed in cui il sistema di esistenza chiamata società, si basa nella creazione dell’artificiale”(q)

X
Its è un gruppo anarchico? Un’altra delle note questioni.

Dichiariamo che noi membri dell’Itsnon siamo anarchici, che sia chiaro. Una cosa è che abbiamo inviato i nostri comunicati a dei siti di tendenza anarchica ed un’altra, molto diversa, è quel che noi siamo.
Perché non ci consideriamo degli anarchici? Proprio perché non condividiamo la visione degli anarchici sulla “distruzione” di questo mondo per costruirne uno “nuovo”, “autogestito” ed all’interno degli schemi del mutuo appoggio (a degli sconosciuti) e della solidarietà (promiscua), il che come abbiamo dichiarato precedentemente è antinaturale.
E’ che, col trascorrere del tempo, sono spuntati diversi termini e sotto-correnti anarchiche al punto che diviene estremamente complicato spiegare l’unico ed originale valore, ed entrare ad esaminare ciascuna di esse ci porterebbe ad occupare troppo spazio.
La confusione attorno al termine anarchico muta con una infinità di qualificativi, al punto che il termine stesso non ha più validità. E’ per questo che l’
Its non si considera come un gruppo anarchico propriamente detto.
Questo sì, crediamo nell’unico concetto vero e caotico dell’Anarchia (che non è la stessa cosa dell’anarchismo), nella illegalità per ottenere i nostri fini e non sopportare o baciare i piedi ai membri e leader della società tecno-industriale. Destabilizzare l’ordine artificiale imposto è uno degli obiettivi, così come quello di giungere a livello individuale al rispetto assoluto delle leggi naturali e rifiutando il più possibile qualsiasi forma di Dominazione.

Noi non ci consideriamo come un gruppo primitivista, per le stesse ragioni per le quali non siamo anarchici. Questa categorizzazione è totalmente invalidata dalla confusione e dalla manipolazione introdotte da persone estranee alle idee originali.

Itsè un gruppo anti-industriale, antitecnologico ed anticivilizzazione costituito da ecologisti radicali..

XI
Il 6 settembre,
Individualidades tendiendo a lo salvaje ha abbandonato un pacco pieno di dinamite all’interno della Facultad de Estudios Superiores (dell’Universidad Nacional Autónoma de México [UNAM]) campus Cuautitlán (FES-C).
Stavolta, la carica era incendiaria, si trovava all’interno di una busta gialla che, venendo aperta e estraendone il contenuto, era capace di produrre una grande fiammata per il circuito elettrico che veniva chiuso attivando la dinamite ed incendiando tutto ciò che si trovava a poco meno di un metro e mezzo di distanza.

Il pacchetto era indirizzato alla dottoressa Flora Adriana Ganem Rondero, che è la responsabile della sezione di Tecnología Farmacéutica nel laboratorio di Chimica della FES-C, che si occupa del progresso delle tecnologie a nanoscala.
I campi in cui la dottoressa Adriana porta avanti le sue sue ricerche appartengono alla Tecnologia Farmaceutica ed alla Nanotecnologia. Membro del Sistema Nacional de Investigadores (SIN – sistema nazione dei ricercatori) livello 1. Riceve finanziamenti dal CONACYT (Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología) per lo studio dei Metodi Fisici per la somministrazione di sostanze d’interesse terapeutico attraverso la pelle. Ha studiato in Messico, Svizzera e Francia.

Laureatasi presso la facoltà di Chimica della UNAM con una media di 9.5 è un’altra delle menti dei tanti tecnonerds che contribuiscono alla domesticazione della biodiversità ed alla creazione di nuove tecniche civilizzatrici e pertanto dominatrici.

Abbiamo anche abbandonato un pacco con una carica esplosiva (tubo d’acciaio galvanizzato di mezzo pollice ripieno di dinamite, dei cavi rossi, una pila, una lampadina ed uno scritto) verso la metà di questo mese, all’interno dell’Instituto Nacional de Investigaciones Forestales, Agrícolas y Pecuarias (INIFAP, che è collegata alla SAGARPA [Secretaría de Agricultura, Ganadería, Desarrollo Rural, Pesca y Alimentación]) nella delegazione Coyoacán nel Distretto Federale.
Il pacchetto era indirizzato a Pedro Brajcich Gallegos, direttore generale della menzionata istituzione, laureato con master e dottorato dell’università statale dell’Oregon in Fito-tecnica. E’ anche membro del consiglio direttivo del CIMMYT, Centro Internacional de Mejoramiento de Maíz y Trigo, che si occupa della manipolazione genetica e della creazione di alimenti transgenici.
Sorto nel 1943, il CMMYT (alleato di Monsanto) è una delle principali organizzazioni che si dedica alla produzione di transgenici, promotrice assieme alla INIFAP del Centro Nacional de Recursos Genéticos (CNRG), luogo che dispone di una gran varietà di forniture di germoplasma di specie forestali ed acquatiche per la sperimentazione e l’artificializzazione: semi, tessuti, liquido amniotico e seminale, embrioni, cellule somatiche, ceppi, tra gli altri, mantenuti in camere di congelamento con azoto liquido.

Per tutto questo ed ancora altro abbiamo deciso di attentare contro la vita e l’integrità fisica di questi due folli tecnofili in luoghi diversi della repubblica messicana, a nord del Estado de Mèxico ed a sud del Distretto Federale.
Quanto dichiarato nei precedenti comunicati non erano solo minacce e intimidazioni senza alcun fondamento reale. L’abbiamo messo in chiaro, siamo seri. Gli attacchi continueranno. Potete disattivare i nostri esplosivi, censurare l’informazione, progettare delle misure di sicurezza nelle vostre facoltà, allarmare la schifosa comunità scientifica, la minaccia continuerà ad essere latente fino (prima o poi) a che non faremo saltare in aria i resti senza vita dei ricercatori e degli scienziati che si dedicano a costruire una realtà artificiale devastando quel che è naturale e pervertendo quel che è selvaggio.

XII
Dopo quel che abbiamo fatto, sicuramente ci saranno delle persone che catalogheranno l’
Itscome un gruppo che scarica le sue frustrazioni in attentati contro scienziati. Non condividiamo questa considerazione. L’attacco contro il sistema (come abbiamo detto) è un istinto di sopravvivenza, considerato che l’umano è violento per natura e di fronte a quel che minaccia la sua vita e la sua Libertà si pone sulla difensiva e si difende. Rinunciare a quest’istinto significa cadere in una delle trappole del Sistema di Dominazione, al quale conviene che tutti lottino con metodi legali, pacifici ed inoffensivi perché così non viene alterato in nulla il suo artificiale ordine stabilito. Agiamo non per dei sentimenti e non per emotività (questi li collochiamo in altri aspetti della vita), ma per la Ragione e gli istinti.

Ciascuna azione ha una reazione (r), è elementare. Ciascun atto portato avanti dalle menti servili del sistema avrà reazioni non solo dalla Natura e dalla specie umana, ma da degli incivili come noi. Non lasceremo questa guerra che siamo disposti a condurre fino alle più dure conseguenze.

XIII
E’ evidente che il presente testo e la rivendicazione son poca cosa rispetto a quello che ci eravamo prefissati. Far conoscere posizioni e idee come queste diviene altamente difficile quando si buttan giù le idee in poche cartelle, considerata l’estrema complessità dei temi esposti. Per questo lasciamo al ragionamento dei pochi lettori intelligenti l’analisi e (perché no?) la critica di questo testo (come gli altri), in modo da trarre conclusioni realmente forti e con un vero senso critico di quel che avviene nella Realtà, non lasciandosi portar via dalla marea del conformismo civilizzato.

Detto questo, ci teniamo a far sapere che questo è l’ultimo comunicato che diffonderemo. I nostri attacchi avranno il caratteristico marchio dell’Its del quale le autorità sono già a conoscenza.

Come detto, questo è l’ultimo comunicato pubblico, ma se l’occasione lo richiede e se abbiamo qualcos’altro da dire nel futuro, riprenderemo questi mezzi per esporre idee, critiche, contributi e rivendicazioni.
Speriamo che la diffusione che abbiamo dato a queste idee con gli attentati realizzati cresca e si dissolva in un futuro che forse arriveremo a vedere, o forse no.

Individualidades tendiendo a lo salvaje

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Note:

(a) 14 aprile, 9 maggio e 9 agosto dell’anno in corso (2011).
(b) Per sapere qualcosa in più su tale termine leggere La Società Industriale ed il suo Futuro del Freedom Club. – http://www.tmcrew.org/eco/primitivismo/unabomber.html
(c) Questo termine ha a che vedere con le persone all’interno della società industriale che sono altamente legate ai valori del sistema, che obbediscono ciecamente alla pseudo-morale che è stata loro imposta sin da quando erano piccoli e che difendono a cappa e spada. Cioè, sono iper-socializzati.
(d) L’ anticristo. Friedrich Nietzsche.
(e) Parafrasando quel che hanno sostenuto le Columnas Antagónicas Incendiarias nel loro comunicato analitico in cui hanno rivendicato l’attacco incendiario contro una filiale del BancoEstado in Cile, il mese di giugno di questo anno:
(…) le logiche della “protesta” nel senso storico/marxista del termina e della pratica, le quali rivendicano una posizione, (…) In cui, semplicemente non c’è spazio per la coscienza individuale, né tanto meno per dissentire collettivamente, perché una posizione come questa concretizza le “verità vere” di una persona molto più intelligente rispetto al povero popolo sfruttato così vittima e così stupido che non si rende conto di quel che accade sotto il suo naso. Si dice che chi ti vuol bene ti colpisce, ma trattare da ingenui, incoscienti e persino “addormentati” le persone del popolo che dicono di amare è come mandarle da uno psichiatra. Una condizione che ci si attende da chi illuso sogna “sollevazioni popolari” e tutto il messianico chiacchiericcio affine (…)
in quel comunicato le CAI hanno criticato diversi luoghi comuni, tra i quali si segnalano: la società, la Tecnologia, la lotta di classe, le lotte popolari ed altri, per cui è di vitale importanza leggerlo da parte di tutti quelli che non vogliono restare nella seppellita ideologia tradizionalista alla quale ci tengono abituati i presunti circoli radicali popolari e classisti.
(f) Noi, come Individualidades tendiendo a lo salvaje, consideriamo che qualche cellula o individuo (all’interno di un aspetto strettamente radicale e anti-industriale di sabotaggio e/o terrorismo) che si propone di intraprendere una intelligente offensiva contro l’unico obiettivo che è il Sistema Tecnologico Industriale, deve avere in mente molte cose ed una di esse di grande importanza è riconoscere la Realtà in tutta la sua crudezza, non vederla come soggettiva ma come assoluta ed obiettiva. Bisogna avere ben chiare le conseguenze degli atti e quel che si riceverà -se si cade dietro le sbarre- dagli spregevoli che difendono l’ordine artificiale che stiamo attaccando. L’ottimismo è un nemico da vincere. Se uno si lascia condurre da quest’ingenuo sentimento di irrazionale sicurezza si lamenterà subito di non aver esplorato tutti i fattori che l’hanno condotto alla cattura ed alla diretta privazione dal suo libero coinvolgimento in un ambiente ottimo per giungere alla sua Autonomia. Dopo questo, non ci sono passi indietro.
O si attacca o si resta immobili. Semplicemente, tutto o nulla.
(g)1984. George Orwell.
(h) Anche il relativismo si posiziona nella negazione della realtà assoluta, Its osserva la Natura Selvaggia e l’Autonomia Individuale come se si trattasse di una verità assoluta ed obiettiva, il che spesso può esser confuso come un dogma. Il fatto che ci sia una sola verità non vuol dire che non sia criticabile ma, sotto questo punto di vista, la verità unica si separa dal dogmatismo.
(i)La fonte meravigliosa, Ayn Rand, edizione italiana Corbaccio 2004.
(j) Qui facciamo una autocritica, perché nei primi due comunicati emessi da Itssi denota una certa tendenza alla misantropia, dalla quale ci siamo disfatti. E’ illogico rivendicare l’odio per l’umanità essendo noi stessi appartenenti a questa specie. Avere a cura la preservazione delle specie, inclusa quella umana, è qualcosa di completamente naturale, lasciando da parte le masse ed il sostegno promiscuo per esse, ovviamente. Certo, ripudiamo la società industriale formata da umani, ma questo ripudio si consolida quando questa società diviene una società di massa, con la sovrappopolazione che impedisce il pieno sviluppo dell’individuo verso la Libertà e l’Autonomia.
(k) Questo capitolo VI come i due successivi (VII y VIII) hanno la pretesa di fornire una risposta all’unico documento pervenutoci meritevole di una considerazione, per via delle inconsistenze che presenta come la “leccata” (non approfondimento) dell’informazione relativa all’idea anti-industriale e che si maschera da analisi chiara e razionale, ma che è in realtà impregnata da un giudizio impreciso e da una distorta interpretazione.
Il testo è intitolato:
Neoluddismo, anarcoprimitivismo y el ecoterrorismo del ITS (se ne raccomanda la lettura per poter capire il contesto in cui viene portata avanti la critica) ed è stato scritto da un tal Carlos Vaquera, laureatosi presso la División de Ciencias e Ingenierías de la Universidad di Guanajuato, a León. Non potremmo aspettarci altro da un difensore della sua materia (Ingegneria, ovvero Tecnologia), che per il fatto di avere un dottorato ritiene di avere la verità assoluta tra le sue mani.
(l) Intellettuali, teorici, scienziati e filosofi che si dedicano ad aumentare o “migliorare” le capacità umane attraverso la scienza e la Tecnologia. Uno degli obiettivi di questi futuristi è quello di eliminare dalla Natura Umana Selvaggia la malattia, la vecchiaia, il dolore ed altri fattori intrinseci nella nostra specie, per lasciare il passo ad un “uomo migliorato”.
(m) Una gran parte dei patetici membri della società tecno-industriale non aveva nemmeno sentito parlare della nanotecnologia quando abbiamo perforato le carni dei tecnofili del Tec di Monterrey lo scorso agosto. Ciò nonostante, sono stati così ignoranti ed impotenti da criticare solo quel che potevano semplicemente ripudiare, ossia il nostro ricorso alla violenza.
Il Grupo ETC (Grupo de Acción sobre Erosión, Tecnología y Concentración), da alcuni anni sta portando avanti ricerche che vanno contro lo sviluppo nanotecnologico, una di esse -pubblicata nel maggio di quest’anno- ha il seguente titolo: “
Qué pasa con la nanotecnología? Regulación y geopolítica“.

Ne raccomandiamo la lettura del testo, ma bisogna sottolineare che le Its non sono d’accordo con i blandi postulati di questa “Greenpeace Antinanotecnologia”, poiché la loro critica si basa su aspetti meramente antropocentrici, legalitari ed immobilisti.

L’informazione è buona, l’unico gran difetto è che questo gruppo è costituito da sinistri che si oppongono allo sviluppo dei nanomateriali in modo che la loro società ne sia “al riparo”. Lo ripetiamo, vogliono mantenere tutto “al suo posto”, in maniera che il sistema sia più forte. Usano la bandiera contro i cambiamenti climatici affinché il sistema si regoli e prosegua il suo corso. Il loro vero nome dovrebbe essere quello di Grupo de Ecotraidores Tendiendo a lo Civilizado (ETC – ecotraditori tendendo al civilizzato), perché sono certamente dei complici del Sistema di Dominazione pieno di discorsi ingannevoli che, in fin dei conti, insegnano solo a “lottare” all’interno della legalità per dar vita a delle pestifere riforme.
(n) Abbiamo già spiegato le vere ragioni che hanno gli scienziati per approfondire le ricerche nella loro materia nel terzo comunicato delle Its, del 9 agosto di quest’anno.
(o) Giacomo Rizzonatti durante il simposio El sustrato de la sociedad del conocimiento: El cerebro. Avances recientes de la neurociencia. El País, ottobre 2005.
(p)Leer la mente. El cerebro y el arte de la ficción. Jorge Volpi.
(q)¡Viva la Naturaleza! Escritos libertarios contra la Civilización, el progreso y la ciencia (1894-1930) selezione di testi di Josep Maria Rosello.
Uno dei primi gruppi che ha messo profondamente in discussione e criticato la Civilizzazione e che, inoltre, aveva una visione più vicina alla vita in Natura è stato quello dei naturiani.
Verso la fine dell’800 in Francia, Henri Beylie, Henri Zisly e Emile Gravelle sono stati i primi individualisti che hanno analizzato le conseguenze che potrebbero derivare dalla Tecnologia e dalle pratiche moderne applicate all’agricoltura dell’occidente. Ma i naturiani non si fermarono solo alla diffusione di opuscoli che racchiudevano le loro idee. In effetti, essi vivevano, in coerenza con le loro idee, in luoghi naturali, testimoniando la trascendenza ideologica di questi individui.
Noi delle
Its concordiamo con alcune delle loro posizioni, ma ve ne sono altre che critichiamo, come il fatto che in alcuni dei loro testi descrivessero come perfetta la vita nella Natura, giungendo a considerarla come un qualcosa di sacro, tipico del romanticismo e della idealizzazione. Come detto in precedenza, la Natura è selvaggia, dolorosa e violenta, non è un paradiso nel quale trascorrere tutto il giorno sdraiati nella macchia e trangugiando quel che si raccoglie. C’è bisogno di uno sforzo veramente forte per poter sopravvivere tra gli alberi, di notte e tra animali selvaggi, che possono attaccarti, ferirti o ammazzarti.
(r) Principio di causalità, in una facile equazione letterale di primo grado sarebbe come la seguente:
(x+a) (x-b) – (x+b) (x-2a) = b (a-2) + 3a = 1
Diverse azioni hanno come risultato una o diverse conseguenze alterne, consecutive o non consecutive.

* Il quotidiano El Universal, ai primi di questo mese, ha pubblicato una presunta intervista con un presunto membro delle Its, vogliamo pertanto dichiarare che questa informazione è completamente falsa. Noi, i veri membri delle Its, non ci prestiamo ai giochi della stampa diffamatrice e prostituita.

* Forza all’individualista con tendenza al selvaggio Luciano Pitronello e fuoco alla società tecno-industriale che festeggia sulla sua disgrazia, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni continueremo ad avanzare!

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