Individualidades tendiendo a lo salvaje – Secondo comunicato

Il 25 maggio 1978 un pacco bomba viene abbandonato nel campus della Northwestern University, Illinois (USA), un addetto alla sicurezza lo apre e viene ferito. Questo è il primo attentato del Freedom Club contro personalità che contribuivano con le loro conoscenze allo sviluppo tecnologico, in quell’epoca.

Attraverso diversi articoli della stampa, abbiamo saputo che il nostro primo pacco esplosivo, diretto al responsabile della divisione di Ingegneria in Nanotecnologia della UPVM (Universidad Politécnica del Valle del México) lo scorso mese di aprile ha funzionato, anche se non ha raggiunto l’obiettivo iniziale. Un curioso che lavora per l’università l’ha aperto ed è rimasto ferito sul volto e gravemente lesionato all’occhio destro. La stampa ha detto che il curioso ha spostato il pacco con un bastone e che questo è esploso. La qualcosa è totalmente falsa, perché il pacco si trovava (come giustamente ha affermato la stampa) all’interno di una borsa nera, avvolto da un foglio bianco con diversi avvertimenti e sigilli di sicurezza, per cui era praticamente impossibile che con un solo movimento il sistema elettrico si sarebbe potuto attivare. Di fronte a tale avvenimento, vogliamo dichiarare che non abbiamo alcun tipo di rimorso. Il nostro obiettivo era proprio quello della consegna al citato professore del pacco da parte degli addetti alla sicurezza, ma gli impulsi sbirreschi di questo soggetto nell’ispezionarlo ne hanno causato le ferite, che invece erano riservate al responsabile di quella divisione. Vedremo se il professor Camacho avrà sulla coscienza il fatto che un “innocente” sia rimasto ferito in un attentato, a lui diretto. Non ci sono dubbi che la curiosità ha assassinato l’essere umano.

Non è uno scherzo: il mese scorso abbiamo attentato contro Oscar Camacho, oggi contro l’istituzione, domani chi lo sa (?). Fuoco allo sviluppo nano-tecnologico assieme a quelli che lo sostengono!!”: questo è stato il messaggio che abbiamo lasciato su un piccolo foglio di carta assieme ad un altro ordigno esplosivo lasciato nel campus della Universidad Politécnica del Valle de México il 9 maggio, proprio il giorno dell’inizio del nuovo quadrimestre. Stavolta il sistema di attivazione della detonazione non era né ad orologeria né per combustione, ma manuale. Dall’esterno l’ordigno sembrava inoffensivo (secondo la polizia che già lo conosce), ma all’interno era composto da un raccordo nipplo compatto zincato riempito di polvere nera, diversi cavi ed una pila rettangolare. L’ordigno veniva attivato al girare il tappo della lata botella* (che è solo servita come contenitore), in tal maniera i poli negativi e positivi del circuito elettrico entravano in contatto, producendo una scintilla. Quello stesso giorno abbiamo inviato diverse e-mail sia ai responsabili dell’informatica (che se ne intendono di computer e quindi delle e-mail) che ai segretariati dell’università, indicando il punto esatto in cui si trovava la borsa nera che conteneva la bomba artigianale. Con quest’azione abbiamo voluto provocare delle ferite fisiche a qualche poliziotto, tra quelli che si sarebbero avvicinati ed avrebbero cercato di aprire la lata botella, lasciando segnata l’università con questi due attentati. Abbiamo voluto metter in chiaro che, come detto in precedenza, non ci tremano le mani allorquando effettuiamo le nostre azioni contro il Sistema di Dominazione e contro quelli che lo sostengono e lo proteggono.

Sembra che ogni giorno che passa il sistema assorba qualsiasi residuo di ecosistema libero. Un esempio piuttosto evidente è dati dagli incendi boschivi nel nord del paese. Boschi quasi vergini, enormi e maestosi, in cui una gran varietà di flora e fauna conviveva senza alcun ostacolo diretto umano. Adesso questi boschi sono ridotti in cenere. I gas serra hanno fatto sì che la terra si riscaldi oltre i limiti della normalità, generando siccità e incendi, come quelli che hanno bruciato più di 200.000 ettari nel solo bosco di Coahuila, animali come il cervo dalla coda bianca, diversi uccelli come aquile, falconi e tacchini silvestri, conigli, coguari, cinghiali, orsi neri, puma ed animali di altre specie sono stati colpiti nel loro ambiente, il che ha fatto sì che questi emigrassero verso altri territori, provocando squilibri ecologici. Questi incendi hanno interessato zone negli stati messicani di Zacatecas, San Luis Potosí, Quintana Roo, Veracruz, Oaxaca, Yucatán, e tutto ciò è stato provocato dal consumismo delle masse sedentarie (sovrappopolazione) e dalla produzione a grande scala di materiali “necessari” per la vita civilizzata. Ci stiamo condannando al nostro stesso sterminio. Se una persona sta morendo in questo momento in qualsiasi parte del mondo, allo stesso tempo centinaia di nuovi esseri stanno nascendo per espandere tutto questo complesso Sistema di devastazione, rovesciando così l’equilibrio della biodiversità e la Terra ne sente le ripercussioni. Un altro esempio è dato dal terremoto in Spagna, che ha causato diversi morti e feriti, città così fragili come Murcia prossimamente cadranno a pezzi con una qualsiasi replica minore di 6 Richter, lasciando un clima desolante; ma tutto ciò è nulla se confrontato a quanto abbiamo fatto a questo mondo. Negli Stati Uniti, le inondazioni nel Mississippi hanno ricoperto tutto al loro passaggio, fatto che non s’era mai visto in quella parte del pianeta, né gli specialisti hanno potuto prevenire questa “catastrofe ambientale”, così chiamata dai decerebrati che non si rendon conto che noi e solo noi siamo gli unici responsabili de tutte le nostre (prossime) disgrazie e, così, i ghiacciai nei poli si sciolgono minacciosamente, il riscaldamento globale diviene sempre più aggressivo, ambienti selvaggi sono occupati dall’urbanizzzazione destinando specie animali allo sterminio, o ad occupare ambienti estranei o a condurre una vita domestica e addomesticata, le città si espandono a proprio piacimento senza alcun interesse ai disboscamenti, alle devastazioni ed alle distruzioni, le industrie petrolifere perforano centinaia di chilometri sotto il livello del mare ed impongono le loro piattaforme saccheggiando la Terra e danneggiando in maniera irreparabile l’ambiente marino, gli uccelli cadono dal cielo e coprono le strade alle periferie delle città, la stessa cosa accade con centinaia di pesci morti che si ammassano sulle rive dei mari. Un domani le uniche zone verdi saranno quelle protette dallo stato e dalle industrie per mantenere la loro abietta menzogna di “imprese ecologicamente responsabili”. Non ci saranno più ambienti (semi)selvatici, tutti consumati dal progresso. Ciò nonostante, non abbiamo appreso la lezione, continuiamo a sostenere il tortuoso cammino edonista intrapreso dalla civilizzazione e diretto alla domesticazione totale, quotidiana, con altra nuova tecnologia, nuovo consumo, ulteriore devastazione ecologica, altre specie animali che restano solo un riferimento nei testi scientifici, altra gente con le mascherine e maschere antigas che camminano per le strade e nei mezzi pubblici, altre macchine che costruiranno enormi grattacieli e ponti elevati, cemento armato, altri progetti biocidi in via di costruzione (esempi: TAV in Francia e Spagna, progetto HidroAysén in Cile, ecc.), altra alienazione da questa nonvita, altri bambini che si sviluppano artificialmente, altri missili nucleari e con cariche nano-batteriologiche che cadono dal cielo, altre guerre che solo provocano danneggiamenti e pervertono il fragile ciclo naturale, e oltre a tutto questo c’è la nanotecnologia, il cui utilizzo sottomette tutto quel che non si vede ad occhio nudo. Memento del fatto che l’umano civilizzato non si fermerà fino a non aver ottenuto l’impensabile. In Messico, prima del 2009, l’insegnamento della nano-scienza si impartiva solo in poche università private, adesso il suo campo si sta diffondendo alle università pubbliche e risulta essere attraente per tutte le menti malleabili che sognano una vita comoda, per via del denaro che cadrà dal cielo una volta che saranno specialisti o pedine chiave nel nano-progresso. L’abbiamo letto nei giornali e l’abbiamo visto nelle tv, secondo i comunicati diffusi dalla UPVM l’offerta educativa nel corso di Ingegneria in Nanotecnologia s’è ampliata. Quindi, come si può osservare altri imbecilli, che si stupiscono con lo sviluppo tecnologico, sono ormai giunti ad essere centinaia nelle diverse università in questo momento. Centinaia che intraprendono questi corsi di studio per arrivare ad essere come delle macchine umane tese a proteggere e diffondere il progresso Tecno-industriale. Centinaia. Sappiamo che in tanti per problematiche socio-economiche (come è abituale in Messico) lasceranno tali studi(a), ma la minima parte che giungerà alla laurea sarà l’avanguardia nella nano-scienza, ed è su questa che volgiamo il nostro sguardo. La nanotecnologia sta guadagnando terreno, senza dimenticare il vasto appoggio economico che sta ricevendo da parte dello stato e delle industrie pubbliche e private (complici in egual maniera del Sistema di Dominazione) e di istituzioni federali come il CONACYT (Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología). Quest’ultimo conta su diverse ramificazioni e centri di ricerca ( biotecnologica, nanotecnologica, infrastruttura, urbanizzazione, tra gli altri) per l’aumento della dominazione della Terra ed è il principale responsabile dell’elaborazione di politiche che permettono l’aumento del rovesciamento dell’equilibrio naturale. A dire il vero, la UPVM all’interno del suo personale docente ha 3 professori accreditati quali membri del Sistema Nacional de Investigadorxs (sistema nazionale dei ricercatori) ed altri 3 nel Registro Conacyt de Evaluadores Acreditadxs, ramificazioni dell’istituzione federale Durante tutto lo scorso anno e parte del presente, l’UPVM ha firmato trattati di collaborazione con General Electric, Ford Motors e le associazioni di imprenditori di Tlalnepantla e Tultitlan, permettendo di intravvedere il vampiresco circolo di collaboratori che promuovono la dominazione e la distruzione di tutto quel che è potenzialmente libero.

E noi cosa possiamo fare dinanzi alla devastazione che soffre la Terra per via del sistema tecno-industriale? Nulla, non dipende da noi. Allora, resteremo immobili davanti a questo spettacolo? Giammai!

A questo punto, facciamo una puntualizzazione: forse è giunto il momento in cui le autorità universitarie e investigative analizzino molto bene le cose. Noi abbiamo molta informazione relativa all’università attaccata. Credete che non sappiamo che sono poco più di 70 gli studenti del corso di Nanotecnologia che seguono la didattica? (numero inferiore rispetto a quelli degli studenti di altri corsi, che sono superiori ai 150). Sappiamo quali sono gli studenti che si distinguono, i docenti responsabili, quindi è bene che stiate attenti sia dentro che fuori l’università, che vi allarmiate per ogni pacco sospetto nelle aule, negli edifici, nei parcheggi e nel campus, perché uno di questi giorni vi faremo pagare tutto quello che volete fare alla Terra con questo tipo di tecnologie a nano-scala. Lo ripetiamo, non è uno scherzo ed è una cosa che abbiamo messo in chiaro.

Ancora una volta: appoggio diretto e totale ai prigionieri anticivilizzazione del Messico, agli eco-anarchici della Svizzera, gli affini in Argentina, Spagna, Italia, Cile e Russia. Ricordando l’individualista selvaggio Mauricio Morales.

la gran parte delle persone si muove perché viene loro ordinato, non c’è volontà nelle loro azioni, sono tutti dei robot in carne. Il resto vive, dormicchia e muore, ciò nonostante restano sempre alcuni che sognano e ridono.

Approfittando di questo spazio virtuale in cui diffondiamo le nostre idee/azioni (b), vogliamo spingere ad una costante critica veramente radicale, ed a tal proposito diviene importante analizzare a fondo alcune questioni rimaste in sospeso e che possono o sono persino intoccabili per molti. E’ da un po’ di tempo che c’è stato un incremento di gruppi d’azione e/o propaganda con idee contro la Civilizzazione e la tecnologia. Da tali gruppi possono originare diverse tendenze: quelli che credono che con azioni di sabotaggio si potrà finirla con il Sistema Tecno-industriale, altri -ugualmente illusi- credono che quando la Civilizzazione cadrà tutto sarà roseo e che fiorirà un nuovo mondo senza disuguaglianze sociali, fame, repressione, ecc., ecc., ecc. Altri tendono ad educare le masse affinché queste o i loro figli abbiano una maggior attenzione verso la natura. Altri hanno una visione romantica della Natura Selvaggia (chiamandola madre, famiglia, ecc.) senza rendersi conto che vivere in un ambiente selvaggio è realmente duro e violento. Altri ancora pensano che il collasso della Civilizzazione debba esser opera dei “rivoluzionari” e criticano qualsiasi cosa per essi sia “deviato” e “pseudo-rivoluzionario”, all’interno dei loro concetti.

Noi non ci identifichiamo in queste tendenze, perché le nostre idee sono piuttosto lontane dalle posizioni esposte. Quelli che cerchiamo di affrontare in questa sede sono i vecchi termini sinistrorsi che ancora si utilizzano nei diversi circoli anticivilizzazione ed antitecnologia (che giustamente criticano il sinistrume) a livello internazionale, i quali devono essere urgentemente abbandonati per lasciare il passo ad una critica radicale, trascendendo verso le nostre posizioni contro la Mega-macchina.

Uno dei primi concetti è quello di “rivoluzione”, concetto così usato da quegli anticivilizzatori e primitivisti che affermano di possedere la verità assoluta nelle loro mani. Il termine lo iniziò ad utilizzare Unabomber, attualmente noto come Ted Kaczynski, in diversi testi che circolano (adesso) anche in lingua spagnola. In uno di essi menziona una “rivoluzione” antitecnologica lontana dai valori del sistema. Ma, il termine “rivoluzione” non appartiene proprio ai valori dello stesso sistema? Ricordiamo che tutte le rivolte che, nel corso della storia, hanno avuto come esito dei sollevamenti popolari confluiti in “rivoluzioni” sono terminate in dominazione. S’è solo riformato il sistema rendendolo più forte, anche se spesso si sono mantenuti alcuni aspetti antagonisti alla strategie del mercato imperante. Tale è stato ed è il caso dei paesi socialisti nei quali, pur essendoci una struttura finanziaria poggiata su una base diversa rispetto ai paesi capitalisti a livello economico-politico-sociale-culturale, hanno continuato e continuano ad esser parte integrante del sistema. Su questo ribadiamo quel che sostenne Kaczynski (c), quando fece l’esempio della denominata “rivoluzione” francese o di quella russa, per prendere in considerazione il contesto che secondo lui e tanti altri credono che lascerà il passo ad una presunta “rivoluzione antitecnologica”. Basandoci nuovamente sulle impostazioni di Ted, egli stesso ha detto in un altro dei suoi testi che adesso molta gente sta mettendo in discussione l’uso della tecnologia e che sta seriamente pensando di abbandonarla. Ricordiamo che Kaczynski si trova in un carcere di massima sicurezza, isolato dal mondo che lo circonda dal 1996. Se in questo preciso istante uscisse dal carcere si renderebbe conto dell’errore commesso nello scrivere una affermazione così vaga, si renderebbe conto che è peggiorato tutto rispetto a quel che lui ha visto nel secolo scorso, si renderebbe conto di quanto la scienza e la tecnologia siano avanzate e di quanto abbiano devastato e pervertito. Si renderebbe conto che adesso le persone si alienano di più con l’uso della tecnologia e che l’hanno posta perfino su un altare come una dea, un sostenimento, la vita stessa. In sé, il concetto di “rivoluzione” è completamente antiquato, sterile e caduco da non accordarsi con le idee anticivilizzazione che, invece, dovrebbe sostenere. Un termine che è stato utilizzato da diversi gruppi ed individui nella storia per giungere al potere, per poter dominare ed esser al centro dell’universo. Un termine che è servito come l’anelato sogno per tutti i sinistrorsi che avevano la fiducia che un qualche giorno sarebbe giunta per liberarsi dalle catene. Psicologicamente, per ricompensare i loro sforzi con il “glorioso domani in cui trionfi la rivoluzione”. La “rivoluzione” tende a nuove organizzazioni, l’insurrezione conduce a non lasciarci organizzare, ma ad organizzarci noi stessi e non poggia le sue speranze su future organizzazioni, parafrasando Max Stirner(d). Da sempre, il significato di “rivoluzione” è stato il violento cambiamento delle strutture economiche, politiche e sociali di qualsiasi sistema, cambiamento che si ottiene (lo ripetiamo) violentemente, cambiamento per il quale uomini e donne lottano (nella società di massa) per un determinato tempo, persino per anni. La lotta che essi portano avanti è quella di riuscire ad ottenere “qualcosa di meglio” di quel che viene concesso loro dal vecchio regime per poi, dopo che termina la “rivoluzione”, lavorare per ottener quanto anelato, per soddisfare quell’ideale per il quale si sacrificano e danno addirittura la propria esistenza.

Questi sono i passaggi che per secoli hanno ripetuto le vecchie “rivoluzioni” ma, adesso, prendiamo in considerazione una presunta “rivoluzione” antitecnologica. Si dice che il collasso della Civilizzazione sarà opera degli stessi “rivoluzionari” (frase molto simile a quella utilizzata dai socialisti ed altra risma: “la rivoluzione sarà opera dello stesso popolo”). Ma, come fanno a saperlo? Come possono dirlo adesso che il sistema sta inventando nuove forme per auto-ripararsi automaticamente, senza la presenza dell’essere umano? Si dice anche che l’educazione deve essere un punto importante, il lavoro del quale ci dobbiamo occupare noi che abbiamo questo tipo di idee. Ma, educare chi? Cadremmo in errore ascoltando quel che afferma Kaczynski, “educando” le persone sul fatto che la tecnologia ci porterà alla nostra distruzione. E’ un fatto evidente, non vi sono dubbi. Ma, educare le persone, le masse in una società che vive di videogiochi e della musica virtuale, delle sue auto che si parcheggiano da sole, dei computer portatili, dei telefoni cellulari con applicazioni nuove e migliorate e delle reti sociali? Non vediamo possibili cambiamenti di strutture a grande scala senza le masse, ma nemmeno vediamo possibile un mare di persone stanche delle conseguenze della vita occidentale, del sedentarismo e del progresso del Sistema Tecno-industriale che lo distruggano in maniera violenta, non lo crediamo possibile. Si dice anche che un cambiamento di valori dovrebbe avvenire assieme ad una certa educazione impartita da ora. Kaczynski s’è basato sulla “rivoluzione” francese per porre l’esempio che durante il il rinascimento nuovi valori iniziarono a fiorire in Europa nella mente di molti e che proprio in seguito ad essi s’è verificato il sollevamento in Francia. Una impostazione a prima vista accettabile, ma analizzandola a fondo possiamo anche vedere che non vale. Non ci sono più le stesse condizioni. Il progresso tecnologico e l’alienazione, che ne è la conseguenza, sono significativi ed hanno attualmente abbattuto qualsiasi desiderio di liberarsi da quel che ci mantiene legati. Inoltre, paragonare le vecchie “rivoluzioni” russa e francese con la fittizia “rivoluzione” antitecnologica è un grave errore, perché queste hanno tremendi antagonismi nettamente marcati, anche perché supponiamo che la “rivoluzione” della quale parla Kaczynski sia radicalmente diversa da qualsiasi altra. O si rinomina questo concetto (per quelli che credono nel cambiamento radicale da parte dei “rivoluzionari”) o accettiamo la realtà che la “rivoluzione” non è mai esistita né mai esisterà. Se una “rivoluzione” socialista (parlando del Messico) non s’è potuta vedere, ancor meno una “rivoluzione” anarchica, per non parlare di una antitecnologica. Questa critica, spaziale e temporale, è rivolta a quelli che credono che il collasso della Civilizzazione sarà opera dei “rivoluzionari”. Allora, se essi credono in una “rivoluzione” automaticamente dovrebbe esistere una possibile utopia antitecnologica? Un mondo senza domesticazione, con un sistema finito per opera dei “rivoluzionari”, con la Natura Selvaggia che nasce dalle ceneri del vecchio regime antitecnologico e la specie umana (quel che ne resterebbe) di ritorno alla vita selvaggia. E’ un sogno ed è una pura illusione. Anche se in seguito ad un’azione coordinata di sabotaggio dei “rivoluzionari” (ad esempio, la diffusione di un virus mortale che finirebbe con la metà o poco più della popolazione mondiale) collasserebbe il sistema, continuerà ad esserci la domesticazione, il Sistema Tecno-industriale continuerà ad essere latente anche se con poche persone che l’appoggeranno (sempre che nel futuro questo non si auto-mantenga da sé). La natura potrà tornare a fiorire (continuando con quest’esempio), ma le migliaia di sopravviventi che saranno abituati alle comodità ed alla felicità artificiale del vecchio sistema cercheranno di sollevarlo e ricostruirlo (e). ma questo è un altro tema.

Mettendo dei nomi alla guerra contro la civilizzazione come “rivoluzione”, “rivoluzionari”, “pseudo-rivoluzionari”, cadremmo nello stesso errore dei marxisti quando tacciano qualcuno come contro-rivoluzionario, ed inoltre cadremmo in un dogmatismo religioso simile agli schemi dei sinistrorsi.

Dove il dio è quello della Natura Selvaggia, il messia è Ted Kaczynski, la bibbia è il manifesto di Unabomber, gli apostoli sono Zerzan, Feral Faun, Jesús Sepúlveda, tra gli altri, il paradiso anelato è il collasso della Civilizzazione, gli illuminati o i predicatori sono i “rivoluzionari”, mantenuti dalla fede che sarebbe la cieca fiducia che hanno che un giorno giunga la “rivoluzione”, i discepoli saranno quelli “potenzialmente rivoluzionari”, le crociate e le missioni sarebbero quelle di portare la parola nei circoli di persone implicate nelle lotte verdi o anarchiche (dove si ritiene si trovino i “potenzialmente rivoluzionari”) e gli atei o le sette saremmo noi che non crediamo nei loro dogmi, né accettiamo le loro idee come coerenti con la realtà.

Questo è quel che è accaduto e che può accadere con le idee anticivilizzazione se non ci impegniamo ad analizzare non solo tutto quel che ci circonda (come abbiamo fatto in precedenza), ma anche quel c’è nella nostra testa, un’autocritica ed una nuova valorizzazione che divengono indispensabili di fronte ai cambiamenti che presenta il Sistema di Dominazione.

Il secondo concetto che non è solo questo ma anche una strategia, è quello della “nuova guerriglia urbana” che non appartiene alle idee anticivilizzazione. E’ qualcosa un po’ più a livello generale, nell’ambito del sabotaggio e dell’azione diretta. Si son visti molti gruppi che si rivendicano con queste parole, il termine se non ricordiamo male ha iniziato ad esser utilizzato con più auge dal gruppo della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in Grecia, da pochi anni. L’argomento centrale di questo concetto risiede sul fatto che la strategia continuava ad essere quella di una guerriglia urbana, ma con nuove modalità. Ovvero, le azioni continuavano ad essere le stesse: rapine per finanziarsi, falsificazione di documenti, attentati con esplosivi sofisticati o in loro mancanza con una gran quantità di materiale esplodente, armi, munizioni, mezzi di trasporto, case di sicurezza ed altro. Ma si considerava come “nuova” perché non aveva leader, né dirigenti. Le cellule godevano di una totale autonomia nell’attacco, i suoi integranti erano visti come individui e non come miliziani o subordinati del comando generale o del nucleo centrale. Ma anche in questa maniera ed anche se abbiano detto di essere una “nuova guerriglia urbana”, hanno commesso gli stessi errori della vecchia guerriglia urbana. Noi non pensiamo che si arrivi ad un processo come quello subito dai guerriglieri della RAF negli anni settanta, ma ripetuto adesso negli anni 2000 con i membri della CCF. Non ci sorprenderebbe che qualche altro gruppo in qualsiasi altra parte del mondo che si auto-denomini come “nuova guerriglia urbana” cada nelle mani dello stato-capitale per essersi basato su questo tipo di esperimenti che solo hanno portato ad esser prigionieri. La miglior scelta per svignarsela tra le maglie del sistema continua ad essere l’organizzazione informale, costituita da individui affini o a livello individuale, puntando per la non mediazione insurrezionale e la qualità del sabotaggio, rifiutando l’organizzazione formale e il reclutamento indiscriminato.

Il terzo aspetto che vogliamo affrontare è l’oscena manipolazione che si sta dando al nome di Mauricio Morales in questi giorni. Anche se è vero che non l’abbiamo mai conosciuto, ma leggendo le parole che ci ha lasciato, sentiamo di avere una forte e sagace affinità con quel che esprimeva e faceva, se non lo provassimo non l’avremmo nemmeno nominato, e perché?Perché non siamo partigiani della solidarietà indiscriminata, rivendichiamo solo i nostri e basta. Oggi, si compiono due anni dalla morte di un individualista che tendeva al selvaggio, ma sempre che siano tanti i i sinistrorsi che lo ricordano come un “lottatore sociale”, uno “politicamente corretto”, tutto il contrario di quel che pensava, sviando da quel che effettivamente era. Questo non lo diciamo solo noi, ma anche quelli che l’hanno conosciuto a fondo e che sono stati con lui ci danno ragione. Il Grupo reducido de individuos salvajes (come si sono firmati i suoi compagni) (f) ha dimostrato la propria rabbia poco dopo la morte di Mauricio. E’ una pena che un uomo si sia trasformato in uno slogan e che si aggiunga il suo nome in un ulteriore testo dopo l’anniversario dalla sua morte. Ma anche se il suo nome e le sue azioni sono quasi totalmente deformati, ci siamo noi affini che comprendiamo il reale valore che hanno avuto le sue parole e le sue azioni.

Individualidades tendiendo a lo salvaje

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Note:

(a) Qui non vogliamo assolutamente porci al lato del vittimismo studentesco, al quale sono dipendenti tante persone in Messico. Gli studenti (una gran parte) si lamentano che lo stato non fornisce educazione per farli progredire nella loro non-vita e nel seguirli normalmente -“quando vai per le strade di una città che muore di rogna e passi vicino agli scarafaggi umani che parlano di eroina e di pornografia infantile, ti senti proprio normale?”- parafrasando un personaggio fittizio. La richiesta dell’educazione impartita dallo stato è una richiesta di civilizzazione, cosa che rifiutiamo.

(b) Non è forse contraddittorio che gli individui che dicono di essere contro la tecnologia utilizzino un computer e internet? Per noi no, perché li utilizziamo come mezzo per elaborare critiche e per stabilire relazioni di affinità. Solo così possiamo diffondere le nostre idee, noi che stiamo nell’anonimato. Avete forse stupidamente pensato che noi che facciamo una critica al Sistema Tecno-industriale diffonderemo questo pensiero su pietre intagliate?

(c) Il cammino alla “rivoluzione” di Ted Kaczynski (in spagnolo:materialanarquista )

(d) L’Unico e la sua Proprietàdi Max Stirner (edizione consigliata, in italiano: adelphi.it )

(e) Quando la nonviolenza è suicidio e la “rivoluzione” che viene di Ted Kaczynski (in spagnolo: tedk_noviolencia)

(f) Anche se il comunicato emesso ha alcuni (non tanti) segni marcatamente classisti, l’abbiamo messo come riferimento. Il testo era intitolato: A proposito della manipolazione della figura del nostro compagno Mauri: http://www.hommodolars.org/web/spip.php?article1689

* la lata botella è un tipo di contenitore di bevande tipico del Messico che coniuga le caratteristiche della lattina e della bottiglia. Una lata botella è quella usata per questo ordigno, visibile nella foto.

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